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Coaching: che cos’è e come sfruttarlo per crescere a livello professionale e personale - AdActa Consulting
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Volete sapere che cos’è il coaching e come un percorso di coaching individuale o collettivo può aiutarvi a superare momenti di difficoltà? Quante volte vi è capitato di trovarvi in situazioni problematiche? Nella vita privata e in ambito professionale ci troviamo ogni giorno a dover affrontare sfide quotidiane che talvolta ci sembrano più simili ad una lotta contro i mulini a vento che ad una tranquilla vogata di piacere domenicale. 

In AdActa Consulting sappiamo quanto sia importante essere consapevoli di noi stessi e di ciò che ci circonda, sappiamo quanto sia fondamentale acquisire capacità di resilienza, di empowerment, di self-empowerment e soprattutto sappiamo quanto sia essenziale conoscerci e riconoscere valori e motivazioni che attivano e spingono noi stessi e gli altri.

Che cos’è il coaching? Come può sostenerci nel nostro sviluppo professionale e personale? Come può esserci di aiuto? E quali benefici possiamo ottenere?

Ci sono momenti nella nostra vita nei quali abbiamo la sensazione di volerci migliorare, di voler evolvere, di compiere un cambiamento e cerchiamo le risorse dentro di noi… ma spesso non sappiamo bene come attingervi. Il coach è la persona che ci aiuta in questo percorso.

Il coaching ci è di supporto nel far emergere, plasmare e modificare il nostro atteggiamento verso la vita, che non è altro che il primo passo da compiere per focalizzarci verso i nostri obiettivi e realizzare il cambiamento che desideriamo.

Tabella dei Contenuti

Cosa vuol dire “coach”?

L’enciclopedia Treccani ci dice:

coach […] (propr. «carrozza») – 1. Tecnico incaricato di allenare una squadra sportiva; anche, preparatore tecnico, allenatore personale di un singolo atleta […]. 2. estens. Professionista che aiuta a sviluppare la propria personalità e a riuscire nella vita, negli studî, nel campo del lavoro (è noto anche come life coach).

Dunque, coach significa sia allenatore sia carrozza: il primo ci stimola a dare il meglio di noi stessi, accompagnandoci nel comprendere di più su di noi ed essendoci di supporto nell’utilizzare e attivare tutte le nostre energie e qualità; il secondo velocizza il nostro percorso da un punto di partenza ad un punto d’arrivo.

Il coach vede la quercia là dove oggi è piantata la ghianda!

Cos’è il coaching?

Il coaching è la combinazione dei due termini, che evolvono in un vero e proprio rapporto di partnership: il coach da una parte ci sostiene e stimola, dall’altra fornisce gli strumenti per accelerare quel “viaggio” che parte dal presente percepito e arriva al futuro desiderato… al fine di ottenere risultati ottimali in ambito sia lavorativo che personale

Tra il coach e il coachee (la persona che decide di sottoporsi ed intraprendere un percorso di coaching), si instaura una relazione facilitante, ma spetta comunque all’individuo stesso la responsabilità di compiere ogni passo, in modo consapevole, durante tutto il proprio percorso di cambiamento.

Come può il coaching sostenerci nel nostro sviluppo professionale e personale ed esserci di aiuto?

Talvolta possiamo non aver chiaro l’obiettivo che vogliamo raggiungere, oppure non vediamo il tragitto da intraprendere e nel quale addentrarci, oppure ignoriamo le risorse e i vincoli presenti (reali o potenziali) che si frappongono fra il nostro stato attuale e il futuro desiderato.

Il coach, dunque:

  • ci consapevolizza rispetto a noi stessi e al mondo circostante;
  • ci aiuta a far emergere e sviluppare le nostre potenzialità agendo sulla capacità di empowerment e self-empowerment;
  • ci è di supporto nell’attivare la nostra autodeterminazione e, dunque, la nostra capacità di decidere;
  • ci accompagna nell’assunzione e riappropriazione delle nostre responsabilità;
  • ci incoraggia a riappropriarci del ruolo di protagonista nella nostra vita;
  • ci sostiene nel definire il nostro obiettivo e i passi intermedi da compiere per raggiungerlo;
  • ci spinge verso l’autorealizzazione.

… e sono solo alcuni dei molteplici benefici!

Il coaching: vecchia storia!

E se vi dicessimo che… il padre del coaching è nato ad Atene nel 470 a.C. circa?

Siamo certi che abbiate già in mente di chi stiamo parlando, ma vogliamo darvi un altro indizio: è stato uno dei più importanti esponenti della tradizione filosofica occidentale. Ma certo! Parliamo proprio di Socrate!

Tutto è iniziato nel V secolo a.C., quando il noto filosofo, dialogando e ponendo domande alle persone, ha dato vita alla maieutica, ovvero quell’arte che consiste nel mettere in grado l’allievo, mediante il dialogo, di acquisire progressiva consapevolezza della verità che è dentro di lui.

Però dobbiamo compiere un salto temporale di non poco conto prima di trasformare la maieutica nel coaching che oggi conosciamo. Per anni è rimasto un metodo silente… finché nel 1974 un allenatore americano, Timothy Gallwey, pubblica il libro “The Inner Game of Tennis” (gioco interiore).

In questo libro Gallwey sostiene che l’atleta riesce ad esprimere la sua performance ottimale quando riduce al minimo gli ostacoli interni (self talking) e sviluppa al massimo il proprio potenziale.

Una delle affermazioni più famose di Tim Gallwey recita così: “The opponent within one’s own head is more formidable than the one the other side of the net”, ovvero: “L’avversario che ciascuno ha nella sua testa è più forte di quello che sta dal lato opposto della rete”.

Il punto di partenza, da cui il coach e saggista americano mosse osservando i suoi allievi in qualità di allenatore, fu che la performance naturale di ogni individuo risente costantemente delle cosiddette interferenze. C’è un dialogo nella testa di ogni sportivo, continuo e spesso caratterizzato da consigli, giudizi, paura di fallire e valutazioni delle possibili conseguenze dell’errore. È un dialogo che perlopiù rimprovera e raramente elogia. Quando un atleta è sul campo, il gioco si svolge a un livello interno, mentale, e a un livello esterno, il cui grado di problematicità e il cui svolgimento dipendono in buona parte da quanto accade a livello mentale.

Questo pensiero lo possiamo riassumere nella Formula dell’Inner Game: P = p – i, vale a dire performance = potenziale – interferenze

La performance sul campo è il risultato del potenziale dell’atleta, a cui vengono sottratte le interferenze, effetto di un dialogo interiore ostacolante e sabotante.

Il dialogo interno avviene tra un Sé 1 e un Sé 2. Il Sé 1 è quello che può risultare ostacolante per l’atleta, enfatizzando le paure e amplificando le critiche. Essere consapevoli dell’esistenza di questo dialogo, dei suoi effetti e di quanto possa essere ostacolante ai fini della prestazione ci permette di concentrarci sul momento, su ciò che è reale e importante, di gestire il dialogo e di dirigerlo in modo da ottimizzare la performance.

“Quanta verità”, starete pensando! Ma torniamo al nostro excursus temporale…

I lavori e le scoperte di Gallwey non passarono inosservati e alcuni anni dopo Sir John Whitmore, un consulente aziendale britannico, decise di accettare la sfida postagli da alcuni suoi clienti: portare il metodo del coaching all’interno delle aziende per rispondere alle molteplici problematiche di questo settore.

Whitmore elaborò, dunque, il modello G.R.O.W. (Goal, Reality, Options, Will) e individuò nell’utilizzo efficace delle domande una delle competenze fondamentali di un coach.

Le 4 fasi del modello G.R.O.W.:

  • obiettivo (Goal): il coach stabilisce con il cliente i vari obiettivi da raggiungere suddivisi settimanalmente;
  • realtà (Reality): si analizzano le azioni svolte nel passato e gli ostacoli trovati nel cammino;
  • opzioni (Options): si elencano le varie opzioni da seguire;
  • azione (Will): si sceglie col coach la migliore alternativa per migliorare la performance.

Infine, lo psicologo Martin Seligman, co-fondatore negli anni ’90 della Psicologia Positiva, sostenne con i suoi studi e le ricerche sull’ottimismo, sul rapporto felicità-benessere e sul concetto di Flow… l’approccio psicologico già adottato dal coaching: l’attenzione alle motivazioni dei comportamenti umani come fonte per generare risultati positivi.

Quali sono gli obiettivi del coaching e come può aiutarti

Abbiamo già esplicitato molto rispetto a ciò che il coaching permette di far emergere e ciò a cui è di supporto e utilità, ma vediamo nello specifico alcuni esempi di obiettivi che il coaching si prefigge.

Esempi di obiettivi di coaching professionale

Il coaching professionale (altrimenti detto business coaching, corporate coaching o career coaching) è utile per:

  • sviluppare la propria leadership e imparare ad essere di supporto alla leadership altrui;
  • imparare a motivarsi e motivare i collaboratori;
  • lavorare sul proprio approccio al problem solving e stimolarlo esternamente;
  • sviluppare le proprie competenze;
  • facilitare l’assunzione di nuove responsabilità e diventare facilitatori;
  • affrontare con maggior sicurezza un cambiamento di ruolo/lavoro;
  • migliorare i rapporti interpersonali;
  • facilitare il trasferimento on-the-job di concetti appresi nell’ambito di un percorso formativo;
  • migliorare la gestione del tempo e/o dello stress.

Esempi di obiettivi di coaching personale

Se si sceglie invece un percorso di coaching personale (o life coaching), gli obiettivi possono essere:

  • agire (veramente) sul cambiamento tanto desiderato;
  • attivare la propria autoefficacia;
  • realizzare un sogno che giace nel cassetto perché “non arriva mai il momento giusto”;
  • migliorare le relazioni con gli altri;
  • avere un supporto, un confronto, nel corso della realizzazione di un proprio progetto;
  • migliorare la gestione del tempo e/o dello stress;
  • affrontare con maggior sicurezza cambiamenti nella propria vita familiare;
  • lavorare sul proprio approccio alla risoluzione di problemi;
  • gestire meglio i conflitti;
  • migliorare la resilienza personale.

Alcune tipologie di coaching

Coaching Aziendale

Corporate ed Executive Coaching: interviene a supporto di manager, top manager, amministratori delegati, imprenditori, CFO, CEO, COO, etc. che lavorano in azienda con elevate responsabilità in termini di risultati e gestione delle persone. L’obiettivo coincide con la volontà di migliorare specifiche performance, ad esempio: la capacità di delega, la gestione e motivazione dei collaboratori, la gestione dei conflitti, il public speaking, la gestione dei collaboratori più difficili, la gestione dei team a distanza etc. 

Maggiore è il livello di responsabilità, minore (di solito) è la possibilità di confrontarsi sui diversi temi all’interno della propria cerchia di collaboratori. Questo tipo di coaching, dunque, rappresenta il momento ideale non solo per sviluppare la leadership individuale, ma anche per offrire una possibilità di confronto libera da condizionamenti dovuti ad eventuali conflitti di interesse.

Business Coaching: è l’attività di coaching svolta sui temi lavorativi-professionali rivolta a collaboratori, professionisti e manager. Fra gli obiettivi più frequentemente portati troviamo il miglioramento delle proprie competenze professionali, la definizione della propria organizzazione e, in generale, il miglioramento della propria performance lavorativa.

Altri esempi di obiettivi possono essere: sviluppare la leadership personale; imparare a motivare i collaboratori o a gestire i collaboratori più difficili; lavorare sul proprio approccio al problem solving; affrontare con maggior sicurezza un cambiamento di ruolo/lavoro; migliorare i rapporti con clienti, dipendenti, fornitori; facilitare il trasferimento on-the-job di concetti appresi nell’ambito di un percorso formativo; migliorare la gestione del tempo e/o dello stress; gestire il proprio team adeguatamente anche a distanza.

Career Coaching: cambiare ruolo o lavoro è un passaggio spesso impegnativo, durante il quale il coach può sostenerci ed accompagnarci nel risolvere possibili situazioni critiche. Per esempio:

    • cambio di ruolo: ci sentiamo in difficoltà a gestire i nostri collaboratori che fino a poco tempo fa erano nostri colleghi? come ritrovare la giusta assertività? sono aumentati i nostri collaboratori: come fare per gestirli tutti efficacemente?
    • cambio lavoro: qual è il nostro lavoro ideale? come trovarlo?
    • come presentarsi al colloquio e come gestirlo? come convincere l’azienda che siamo il candidato ideale? quali sono le competenze e come presentarle al meglio?

Coaching Personale

Life Coaching: fa per noi se vogliamo affinare e migliorare le relazioni con le altre persone, risolvere un problema attinente la vita privata oppure se abbiamo un progetto personale che vogliamo far crescere. 

Altri esempi di obiettivi di life coaching sono:

  • realizzare un sogno che giace nel cassetto perché “non arriva mai il momento giusto”;
  • migliorare le relazioni con gli altri;
  • avere un supporto o un confronto, nel corso della realizzazione di un proprio progetto;
  • migliorare la gestione del tempo e/o dello stress;
  • affrontare con maggior sicurezza cambiamenti nella propria vita familiare;
  • lavorare sul proprio approccio alla risoluzione di problemi;
  • gestire meglio i conflitti e migliorare la resilienza personale.

Family Coaching: utile quando siamo genitori e vogliamo risolvere alcuni temi che coinvolgono i nostri figli: dal work-life balance a come gestire i bambini durante una separazione, la relazione tra genitori ed adolescenti (resistere o abdicare?), il ruolo del rispetto nella relazione genitori-figli, allenare i bambini (e allenarsi) al rispetto, come gestire le famiglie allargate, come gestire i rapporti di delega (nonni, baby-sitter, asilo…), figli a scuola.

Health & Mental Coaching: è il coaching dedicato a coloro che desiderano migliorare il proprio stato di salute, come ad esempio migliorare la forma fisica o attuare un nuovo stile di vita. L’Health Coaching può essere d’aiuto sia al singolo sia ad un gruppo di pazienti in caso di problematiche comuni, perché genera aggregazione, solidarietà, motiva all’autosviluppo, sostiene la crescita della resilienza e accompagna nel recupero dell’energia, della fiducia e dell’autostima. È molto utile anche in ambito sanitario e care giving

Percorsi di coaching individuale e collettivo per la crescita dei singoli e dei team

Un percorso di coaching è una strada verso il miglioramento e lo sviluppo del benessere personale e collettivo. I business coach di AdActa Consulting sono certificati e accreditati e accompagnano executive, manager e giovani talenti in percorsi di crescita personale e professionale individuali o in team.

Progettiamo anche interventi formativi che utilizzano in modo integrato sia metodologie d’aula che sessioni di coaching individuale: sono percorsi particolarmente indicati per lo sviluppo di risorse di potenziale.

Il nostro metodo: le quattro R del coaching

  • responsabilizzazione: impegno attivo del coachee con il supporto del coach;
  • relazione paritetica: assenza di giudizi, prescrizioni e imposizioni;
  • ricettività: l’ascolto è totale e il coachee è aperto a ricevere feedback;
  • rigenerazione: il coachee non diventa “coach dipendente”, anzi rafforza le sue potenzialità per ricavare benefici anche in futuro.

Le nostre tipologie di coaching

Coaching One to One:

  • per individuare strategie d’azione per raggiungere i propri obiettivi;
  • per migliorare le relazioni con capi, colleghi, collaboratori o clienti;
  • per realizzare un futuro lavorativo appagante e gratificante;
  • per far fronte alle difficoltà connesse ai cambiamenti di ruolo.

Team Coaching:

  • è un metodo di lavoro dedicato a team professionali o manageriali;
  • si basa sugli stessi principi del coaching individuale e su metodologie di action learning;
  • è centrato sul ruolo del coach come facilitatore e allenatore non di un individuo, ma di un team;
  • gli obiettivi che il team deve raggiungere sono reali e concreti (soluzioni di problemi aziendali, sviluppo di nuovi progetti o miglioramento dei processi interni);
  • il coach mette il metodo, il team mette le idee: insieme creano la soluzione.

Group Coaching:

Il Group Coaching è un potente strumento di sviluppo che utilizza i principi e gli strumenti del coaching individuale all’interno di un contesto di gruppo. Il coach facilita la creazione di un clima costruttivo e di fiducia all’interno del quale, ogni singolo partecipante, identifica i propri obiettivi individuali e definisce i suoi piani di azione con il contributo del gruppo.

Il Group Coaching consente di sfruttare sia i benefici di una sessione di coaching one to one sia quelli dell’apprendimento di gruppo, in quanto sviluppa nei partecipanti skill specifiche come esercitare l’ascolto attivo, imparare a dare e chiedere feedback, fare domande potenti e sviluppare piani di azione.

I partecipanti condividono esperienze e imparano l’uno dall’altro, scambiandosi punti di vista e feedback in un contesto sicuro e non giudicante.

Il coaching per noi di AdActa Consulting

La crescita professionale delle persone in azienda è un tema a noi molto caro. Da anni ci dedichiamo alla progettazione e all’erogazione di attività formative che hanno come obiettivo quello di aiutare le persone a rafforzare le proprie competenze. Siamo convinti che per arrivare a una brillante crescita professionale non possano mancare anche percorsi di crescita personali.

Per questo, negli ultimi anni, abbiamo sviluppato progetti che mixano attività di formazione e corsi di coaching che si rivolgono a popolazioni aziendali con diverse seniority, in presenza e a distanza.

Come si svolge una sessione di coaching?

All’università il mio professore di Finanza Sostenibile e Investimenti responsabili diceva che la risposta a tutto è: “Dipende!”. E anche questa volta fa al caso nostro…

Come si svolge la sessione dipende un po’ dallo stile del coach. 

In AdActa Consulting ogni sessione è diversa e personalizzata sulle vostre esigenze: le metodologie di coaching prevedono percorsi customizzati su misura che vanno dalle 5 alle 10 sessioni, ciascuna della durata di circa 2 ore a intervalli quindicinali, gestibili in presenza oppure online a seconda delle singole esigenze.

Un esempio di sessione di coaching

Durante la fase esplorativa, generalmente, il coach chiede al coachee di presentare la situazione contestuale, l’obiettivo che vuole raggiungere e la descrizione della situazione di partenza. Seguiranno domande in itinere, progressivamente più precise e puntuali fino a che il coach porterà il coachee a definire e delineare in maniera sempre più dettagliata l’obiettivo sia del coaching in generale sia della sessione, ovvero quali progressi il coachee vorrebbe conseguire con la sessione.

In seguito il coach favorirà la ricerca e la definizione della soluzione o della strategia utile al raggiungimento dell’obiettivo. In questa fase elaborativa il coach stimolerà il coachee aiutandolo ad esempio a:

  • prendere in considerazione tutti i fatti e le informazioni disponibili, non soltanto quelli più evidenti;
  • distinguere i fatti dalle opinioni personali e dalle credenze diffuse;
  • scoprire i presupposti del pensiero preesistente e facilitarne un allontanamento;
  • ridefinire il problema in altri termini;
  • ampliare lo sguardo e massimizzare la produzione di nuove idee e alternative;
  • ricercare analogie e possibili connessioni tra le idee emerse che, apparentemente, sembrano non avere nessuna relazione tra di loro;
  • razionalizzare e pianificare un action plan

Questo è uno schema generico del processo di una sessione di coaching. Perché generico? Perchè ogni sessione è diversa: le fasi possono a tratti sovrapporsi oppure possono essere di lunghezza differente, a seconda del coachee. La sessione è un po’ come una partita a biliardo: all’inizio prendiamo le misure, valutiamo le alternative e poi tiriamo il colpo per fare centro, utilizzando anche le sponde. Ebbene, il coaching professionale e personale consiste proprio in questo gioco di sponde che permette di centrare il tuo risultato.

Eraclito diceva: “Non c’è nulla di immutabile, tranne l’esigenza di cambiare”.

La vita e il lavoro sono un sentiero sul quale trovare – a seconda degli stadi di crescita professionale – strumenti utili e innovativi per evolvere partendo dalla propria motivazione intrinseca, dalle proprie preferenze innate, dalle aree di eccellenza e dai punti di forza e non.

Se vuoi diventare Manager, Leader – Coach, contattaci: per noi di AdActa Consulting è fondamentale aiutarti a diventare la migliore versione di te stesso come manager, come professionista, come individuo!

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AdActa-Marta-Bustreo
Marta Bustreo

Consulente, formatore, sociologa economista specializzata in Direzione Aziendale e del Lavoro con un Master in Gestione e Strategia d’Impresa. Sostenitrice della generatività economica e sociale, ha collaborato con l’ARC Research Center dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

È un'inguaribile curiosa alla costante ricerca di nuove conoscenze perché è fermamente convinta che la crescita avvenga nel confronto con gli altri. Le dinamiche sociali, interazionali, consulenziali e i team building sono la parte che preferisce del suo lavoro, mentre le sue passioni sono l’antropologia culturale, i documentari, il riciclo creativo e il giardinaggio.