L’errore più comune è quello di considerare la voce uno strumento talmente naturale da darla per scontata.
Si tende a trattarla come se fosse tutt’uno con i contenuti che essa esprime, come se organizzare il discorso, il suo sviluppo e la modalità di esposizione significasse occuparsi della voce. In realtà, la voce è fatta di suono: se all’ascolto risulta incerta o poco timbrata, dipende da come viene prodotta, non necessariamente dal non saper parlare o da una mancanza di capacità espressiva.
Il punto è che la voce è fisica, perciò va gestita sul terreno che le è proprio, non sul piano interpretativo né tantomeno su quello verbale. Una gestione efficace della voce si può sviluppare soltanto intervenendo a monte del discorso e delle parole, là dove nasce l’emissione. È con le corde vocali, il diaframma e le fasce addominali che si deve lavorare per costruire il timbro, il volume, quella chiarezza e quella solidità di suono capaci di farci sentire sostenuti in tutte le situazioni.
Il nostro corpo funziona come un vero e proprio strumento, nel produrre la voce.
Come per tutti gli strumenti, esiste una tecnica per usarlo al meglio. Questa tecnica non è qualcosa di artificioso, al contrario, il suo scopo è riattivare un meccanismo naturale che però nell’età adulta perde elasticità ritrovandosi spesso rigido o bloccato. È un vero peccato ridursi a utilizzare la voce al minimo delle sue possibilità, magari senza neanche rendersene conto!
Se nella quotidianità ci accorgiamo che la voce è stanca o stressata, il più delle volte è dovuto a una respirazione scorretta. Quando non riusciamo ad aumentare il volume senza fare uno sforzo, ciò significa che non sappiamo come dare sostegno alla voce. Se non si risolvono gli automatismi e le abitudini limitanti, tutto il carico finisce per gravare sulla gola e le corde vocali, generando stanchezza e usura.
Il vocal training punta proprio a far maturare una piena consapevolezza della propria voce: riuscire a percepire in ogni momento come stiamo respirando, come stiamo usando il diaframma e la muscolatura addominale, come ci stiamo ponendo di fronte a chi ci ascolta e come viene recepita la nostra voce.
Chi non si è mai misurato con l’esercizio della voce non immagina i margini di miglioramento e sviluppo che può avere.
Già soltanto adottando una respirazione più profonda la voce acquista morbidezza e rotondità, gli spigoli si smussano e il suono diventa più gradevole. Un maggiore passaggio d’aria e di ossigeno porta in chi parla una maggiore distensione e concentrazione, ci si sente subito più connessi, più centrati. L’appoggio, il sostegno della voce per mezzo della muscolatura addominale, regala poi delle sensazioni di controllo e di potenza insospettabili, capaci di portare molta più sicurezza e autorevolezza nel timbro.
Essendo la voce fatta prima di tutto di suono, non ci dobbiamo meravigliare se l’impressione finale in chi ascolta è determinata non soltanto da ciò che diciamo e da come lo diciamo, ma anche dalla nostra voce. Pensiamo a quante volte siamo noi stessi i primi a non apprezzarla, per esempio quando l’ascoltiamo registrata. Pensiamo a tutte le volte che ci siamo chiesti se la voce “arriva”, se il nostro timbro piacerà, se sapremo risultare abbastanza sicuri di noi. Tutti questi aspetti passano attraverso il suono della voce e dipendono dal suono della voce.
Quando, attraverso il training, si riesce a liberarla e a darle più stabilità, ogni miglioramento che si ottiene ha sempre un duplice effetto, sia su chi ascolta che su chi parla. Se da un lato si risulta più efficaci, dall’altro si sperimenta una maggiore confidenza e fiducia in se stessi e nei propri mezzi. Mentre da una parte aumenta il suo peso specifico, dall’altra si alimenta la nostra sicurezza e il piacere sia di ascoltarci che di farci ascoltare. In questo modo si innesca un circolo virtuoso dove il rapporto tra noi e la nostra voce diventa ogni giorno più positivo, con sempre maggiore soddisfazione e coinvolgimento nella comunicazione.
Esiste infine anche un aspetto estetico da non sottovalutare.
Chi non preferisce ascoltare una voce chiara, rotonda e con un buon volume rispetto a una più chiusa o difficilmente udibile?
Anche prestare attenzione alla regolazione del microfono e alla qualità dell’audio quando si è online è un’abilità preziosa, in grado di portare un valore aggiunto non indifferente.
Acquisire una maggiore sensibilità per la voce e una migliore abilità nel gestirla si rivela il punto di partenza per sviluppare una capacità percettiva più ampia, in grado di aiutarci a cogliere meglio gli equilibri sonori, ma anche relazionali, con i nostri interlocutori.
Il modo in cui usiamo la voce, in ogni contesto, è inequivocabilmente il segno e il testimone della nostra presenza, della nostra sensibilità, della nostra efficacia.